Ha ragione Tommaso Cerno del Messaggero Veneto a citare De Andrè sui possibili scenari post tsunami Strassoldo: ” Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…”.
Se in politica bisogna guarire i mali e non vendicarli, allora la questione Strassoldo è un’occasione d’oro per il riscatto di palazzo Belgrado. A partire dalle proposte che noi radicali abbiamo sempre sostenuto, in campagna elettorale e quando ormai la situazione era sfuggita dal senno. Quale miglior opportunità di questa per il presidente reggente, di condurre la provincia a nuove elezioni con una giunta a sei. Quale miglior opportunità di questa per introdurre tutti gli elementi che noi radicali invochiamo da mesi per ridare dignità e restituire la cultura antropologica liberale nella gestione degli enti pubblici? Il nostro programma è digià pronto: Il buon governo deve basarsi sulla trasparenza.
Per evitare che chi ha male amministrato una azienda, ente o istituzione pubblica, società a totale o parziale capitale pubblico, venga “premiato” e nominato nel CdA di altro ente, o istituzione, o società partecipata, il comma 734, dell’art. 1 della L. Finanziaria vieta che possa essere nominato amministratore se, “avendo ricoperto nei cinque anni precedenti incarichi analoghi, abbia chiuso in perdita tre esercizi consecutivi”.
Come può il Cittadino verificare che la norma sia rispettata, se nei siti istituzionali non vengono pubblica nomi, cognomi, ruoli, compensi e bilanci di Enti, istituzioni, aziende pubbliche, società a totale o parziale capitale pubblico? (Leggi: Comuni, Province, EXE, ATER, ZIU, CIPAF,COSINT, Consorzi di varia natura, Società Aeroporto, e tutte le altre società partecipate che magari neppure conosciamo).