Quanto varrebbe oggi Hydrogea senza l’“aiutino” della regione? Nulla solo 11 mila euri. Capitale polverizzato in sedi faraoniche e ripartizione degli utili che premiavano scientificamente solo il socio di maggioranza (comune di Pordenone 97%). Oggi il Cafc vale oltre 136 milioni. Una divergenza abissale che tradotta in termini percentuali rispetto alla Spa udinese è pari a zero. Grazie al supporto della Regione e su spinta dell’assessore dei Benito Remix Scoccimarro, Hydrogea riesce a raggiungere un microscopico 2,8% contro i 4 del Cafc. La fusione per incorporazione era stata annunciata dai due presidenti (Benigno e De Lorenzi) alcuni anni fa. Il Presidente di HydroGea De Lorenzi ricordava: «Lo scenario che interessa l’organizzazione del Servizio Idrico Integrato in Friuli Venezia Giulia si evolve e si innova sotto l’egida di un’ampia collaborazione tesa a rafforzare le società di gestione con l’obiettivo prioritario di migliorare qualità dei servizi e ottimizzarne i relativi costi». Ma in termini finanziari, come si evolve l’organizzazione? La risposta ci giunge da una delibera di giunta regionale in cui l’assessore all’ambiente, il meloniano Scoccimarro si fa interprete delle istanze del maggior azionista di Hydrogea Spa: “…il Comune di Pordenone, in qualità di Comune capofila, ha richiesto un contributo di euro 4.000.000 per la spesa relativa all’aumento di capitale nell’ambito dell’operazione societaria di fusione per incorporazione di cui all’articolo 2501 del codice civile, dichiarata ammissibile che coinvolge le due seguenti società in house a totale partecipazione pubblica, affidatarie del servizio idrico integrato: società incorporanda HydroGEA S.p.A. e società incorporante CAFC S.p.A.; sono individuati i Comuni di Pordenone, Sacile, Roveredo in Piano, Caneva, Spilimbergo, Polcenigo, Montereale Valcellina, Aviano, Castelnovo del Friuli, Claut, Clauzetto, Sequals, Travesio, Vito d’Asio, Arba, Budoia, Cimolais, Erto e Casso, Barcis, Andreis, Pinzano al Tagliamento, quali destinatari degli incentivi. Chi è riuscito a ingolosire i friulani del Cafc? dopo che Lta, la società che fornisce il servizio idrico alle località turistiche dell’alto Adriatico aveva rifiutato qualsiasi accordo poichè: “Non si fanno matrimoni con fichi secchi?”. Una breve cronistoria (leopost): Nel 2021, ci fu il taglio del nastro della nuova faraonica sede con la partecipazione di una nutrita presenza di sindaci, assessori, presidenti di Confindustria e del presidente del Cda Giovanni De Lorenzi che aveva illustrato gli obiettivi futuri senza la rinuncia alla propria autonomia e la qualità dei servizi offerti. In molti avevano intravisto nella spericolata operazione immobiliare una mossa per ingolosire nuovi acquirenti visto che i bilanci già allora erano in dissesto. Ma nessuno aveva abboccato. Dopo appena un anno dallo sfavillante taglio del nastro, gli elementi contabili della partecipata dal comune per 96,88% sputano sentenze devastanti. Chi vuol fare un “matrimonio coi fichi secchi?”. E’ questo il punto, in Lta pare che nessuno volesse accollarsi una zavorra di pantano economico come la Hydrogea e che le voci dell’operazione di fusione siano state messe in circolo astutamente solo per tranquillizzare maestranze e fornitori. Mascherare un disavanzo di 4 milioni e mezzo di euri, 11 milioni impegnati (sulla carta) al capitolo investimenti, nessuna misura per rientrare dalle esposizioni di bollette non riscosse, società di revisione dei bilanci pagata cifre da capogiro ed infine il bidone da 2 milioni e mezzo di euri per l’acquisto della nuova sede. Questa era la situazione solo 3 anni fa. Se Lta ha rinunciato all’operazione, chi ha intortato gli udinesi del Cafc a compiere questa fusione? Friulani spremuti come limoni per salvare i “goderecci” pordenonesi. Hydrogea…Godea.