Gli Ayatollah della trasparenza, dei limiti di mandati, del no alle scorte, degli stracciatori dei testi di Beccaria, del “guai chi si fa sedurre dalla politica”, dei banchi a rotelle, finiscono arrostiti, nebulizzati dai recenti voli carpiati sui quali sono saliti. Ellallà. Il caso più eclatante è quello che giunge dal capoluogo friulano. Fonti dall’area Medio Friuli (a disposizione), riferiscono che il Feddayn dei parcheggi, assessore Ivano Marchiol celebrato come uomo simbolo del grillismo locale, non sarebbe nemmeno inscritto al Movimento. E cosa rappresenta? Si sarà iscritto con l’anno nuovo? Intanto, come riportano i report nazionali, il dibattito sui mandati (campare di politica) è il tema dominante nella galassia del Movimento. Perché? a chi gioverebbe? «Tutti per uno (un nuovo mandato in più) e tutti contro tutti. Nel Movimento il tema del superamento del tetto dei due mandati torna prepotentemente alla ribalta. I Cinque Stelle sono in fibrillazione: dopo l’esito della Costituente (che ha defenestrato Beppe Grillo e aperto alle nuove regole), il pressing dei parlamentari e dei big della prima ora nei confronti dei vertici è cresciuto in modo esponenziale. Allo stato dell’arte gli stellati sembrano intrappolati in un labirinto di cui solo Giuseppe Conte conosce la via d’uscita. Circola insistente la voce che i vertici arriveranno al tavolo di lunedì prossimo con un maxi-pacchetto da proporre: questo dovrebbe contenere le norme sul terzo mandato, le novità relative al collegio dei probiviri — aumenterà il numero e gli attuali componenti, Danilo Toninelli in testa, decadranno —, al consiglio nazionale, al network giovani (c’è chi punge: «Secondo la proposta che ci è stata illustrata verrà disegnato come un partito dentro al partito, con tutti i problemi che questo comporterà»). Alcuni Cinque Stelle sperano che venga inserita nella discussione anche la nuova struttura dello Statuto per il post-garante. In realtà dietro a veleni, veti e indiscrezioni, c’è il timore che Conte — secondo voci sempre più insistenti — decida di optare per una soluzione che gli consenta di gestire deroghe e regole per le differenti elezioni. Una soluzione, questa, che però trova già alcune voci critiche: «In base a quali principi si sceglieranno le deroghe? Vincerà il merito o la piaggeria?». L’impressione è che la nuova norma sul tetto dei due mandati sia destinata a lasciare strascichi. Ma chi sono quelli più interessati? Alcuni nomi spuntano tra le scartoffie degli iscritti. In fibrillazione Patuanelli, uomo di punta del cerchio magico di Conte. E’ di Trieste ma eletto in Lazio e cercherà una ulteriore sistemazione (candidato sindaco a Trieste o candidato di opposizione in Regione come alternative). Via libera ormai certa invece per Fico, studente universitario a Trieste, già due volte in Parlamento che ha il placet per candidatura per regione Campania. Scalpita in FVG invece Cristian Sergo che vuole tornare in Consiglio Regionale dopo due giri (Maria Pompea Rosaria Capozzi non ha nessuna chance e voci non confermate dicono di lei con una possibile lista De Toni al prossimo giro in Regione). Nessun problema ad oggi, invece per Capozzella che ha fatto solo un giro in Regione. Per le regionali Fvg potrebbe correre anche Mara Turani, già due volte in consiglio comunale a Pordenone, e outsider rispetto a Capozzella sul pordenonese, anche se è stata bocciata alla guida del coordinamento regionale per il dopo Luca Sut a favore della triestina Elena Danielis pupilla di Patuanelli che l’ ha indicata lui a Conte. E la barca grillesca va… Dove arrivera? Intanto esplode la figuraccia dell’Ayatollah assessore. Elevato a “uomo 5 stelle dell’anno”, ma non è iscritto.