Nessuna volontà persecutoria, ma, a parti invertite, ovvvero indagato un assessore del centrodestra, i grillini avrebbero riesumato il Corpo d’armata manettaro pur di scaraventare addosso alla coalizione i dogmi della moralità. Ma, come insegnavano i grandi padri delle democrazie italiche: A fare i puri trovi sempre qualcuno che ti epura. L’esmpio è clamorosamente certificato a Udine dove il candidato dei 5 Stelle sostenuto con tutti gli onori dai big partito, da Conte a Patuanelli, Sergo e Capozzi lo hanno incoronato come simbolo della “nuova Udine”. L’assessore Marchiol (5Stelle) risulta indagato dalla Procura della Repubblica di Udine per l’ipotesi di reato di “corruzione elettorale”. E la vicenda rimbalza a Pordenone dove i 5 Stelle non fanno accordi con il candidato Conficoni per via della presemnza del simbolo di Italia Viva. Ma siamo sicuri che non sia l’inverso? che la burrasca udinese abbia invece scossso il centrosinistra di Pordenone? Nel frattempo il comunicato ufficiale del provinciale diretto da Mauro Capozzella è limpidissimo e rivela una profonda frattura fra i grillini della destra Tagliamento e i regionali in particolare nelle figure di Capozzi, Sergo, Danielis, Patuanelli e Turani. Il segretario provinciale PN puntualizza: «Nessun appoggio a candidato “campo largo”, deciso dall’ assemblea del gruppo territoriale di Pordenone e provincia riunitosi l’altra sera. Viene, quindi, lasciata la massima libertà ad ogni singolo iscritto di partecipare ad altre liste, salvo l’indicazione di non essere presenti in liste – su conferma da parte della coordinatrice regionale Elena Danielis – ritenute incompatibili con il Movimento (leggi ItaliaViva).
Il Movimento, quindi, non sarà presente in nessuna forma nella costituente coalizione con candidato sindaco Nicola Conficoni del PD Sempre nel corso della stessa assemblea Mara Turani ha comunicato ufficialmente alla Assemblea che non si ricandiderà più. E gli altri? chi sarà tentato dalle nuove regolette che permettono terzi mandati? Turani resta ovviamente nel Movimento con le stesse volontà di intenti e condivisioni che l’hanno da sempre identificata con il Movimento pordenonese». Riguardo al Centrodestra l’unica cosa certa è la data delle elezioni che è vicinissima: 13 di aprile. E la Lega si è messa di traverso rispetto alla candidatura di Alessandro Basso a Pordenone che a breve presenterà la sua candidatura ufficiale. Ma c’è un altro particolare che fa rullare i tamburi della Lega nel pordenonese: Il Carroccio potrebbe presentarsi, per fare un dispetto ai Benito Remix, con ben tre le liste, quella del movimento, la Civica Fedriga e una con persone più legate alle battaglie territoriali dei Padani. Quale candidato? Il giovane Polesello? Insomma, la situazione deve essere ripresa al fine di evitare che la città finisca al centrosinistra. Ci saranno margini per ricucire? Pare che i vertici dell’alleanza stiano lavorando per organizzare in tempi stretti un incontro che possa rimettere in carreggiata una situazione che si è ulteriormente complicata dopo le chiusure a livello nazionale e regionale di FdI e Forza Italia sul terzo mandato (vedi le dichiarazioni ruvidissime di Meloni ieri contro la Lega per il Veneto). Di fronte a questi scenari, si allontana sempre di più l’ipotesi di convocare un tavolo già questa settimana. Si tratterebbe di un vertice a carattere regionale non circoscritto alle vicende di Pordenone o Monfalcone (cosa farà Fratelli d’Italia sul candidato della Lega Fasan?) bensì affrontare più argomenti: terzo mandato; sanità; piano oncologico regionale. Come emerge chiaramente, lo scoglio del terzo mandato è quello più spigoloso. Fedriga e la Lega continuano a sperare ma il premier in questi giorni ha incenerito le ambizioni friulane. Forse ci si affida alla politica dei piccoli passi: prima risolvere, caso per caso, le amministrative e successivamente, il terzo mandato. Intanto anche nel centro sinistra (vedi 5Stelle) i petardi rimbalzano. E la frattura dei grillini sul caso Udine lo dimostra.