“No a un’Europa in guerra, sì alla diplomazia”. Questo il messaggio forte e chiaro lanciato ieri in piazza Unità a Trieste da diversi partiti e associazioni tra cui Adesso Trieste, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Europa Verde e Rifondazione Comunista, che si sono uniti in una manifestazione contro il progetto di riarmo dell’Unione Europea. Paolo Menis, esponente del M5S, ha dichiarato: “Questo progetto di riarmo dell’UE non ha senso. È un piano che non riuscirà a garantire sicurezza e che, anzi, sottrarrà risorse fondamentali per la spesa sociale e gli investimenti utili alla collettività. Diciamo no a questa deriva militarista e chiediamo che l’Europa investa in politiche di pace e benessere”. Riccardo Laterza: “Abbiamo sentito parole inaccettabili da parte del presidente della Camera di Commercio, Antonio Paoletti, che auspica la trasformazione del porto di Trieste in una base NATO. Questa prospettiva è pericolosa per la nostra città e per il futuro pacifico dell’Europa. Trieste deve restare un porto di pace, non diventare un avamposto militare”.
La manifestazione di ieri segue una serie di mobilitazioni che hanno visto le opposizioni locali compatte nel denunciare il pericolo di una crescente militarizzazione dell’Unione Europea e di Trieste stessa. Lo slogan “Trieste, porto di pace” è stato il filo conduttore dell’evento, ribadendo la necessità di investire in benessere e sviluppo, anziché in armamenti. Gli organizzatori della manifestazione hanno sottolineato come le ingenti risorse destinate al riarmo potrebbero invece essere impiegate per affrontare il caro vita, l’accesso alla casa e il lavoro precario – problemi che oggi pesano sui cittadini, specialmente sui giovani.