Non parliamo di via Savorgnana e non sfioriamo nemmeno piazza XX settembre, restiamo nell’orbita centrale, quella di piazzetta del Lionello, cuore affaticato di un centro storico saccheggiato dalle scelte irrazionali e irragionevoli di chi, il 25 aprile esalta il dettato costituzionale della repubblica fondata sul lavoro. Per Honsell il lavoro è solo quello dell’associazionismo collettivista e fordista e del pubblico impiego.
Chiude il ristorante Pane vino e San Daniele e , tra poco anche lo storico “Piccolo Bar”. Due punti di riferimento per i pochi turisti impauriti, e per chi predilige ancora la conversazione scevra dalle alchimie tecnologiche. Honsell, malgrado gli algoritmi, è l’artefice e il primo responsabile di un disastro economico annunciato, del declino materiale della città. Ha incantato tutto e tutti per cinque anni. Ora fuggono gli assessori, fuggono le imprese, fuggono gli esercenti. Arriveranno solo i camion a portare via i ruderi dell’UPIM. Teorie di camion impressionanti che per mesi infesteranno di polvere il centro. IL piccolo bar e il Pommaré si sono presi per tempo, se ne andranno. Assieme al fallimento di Honsell, al suo progetto amministrativo, al sua delirio faraonistico e allo schiaffo rumoroso che ha ricevuto da quei comuni che sul PISUS, lo hanno preceduto.