Dipiazza conserva ancora intatto il quid istrionico del leader di frontiera capace di trascinare in gabina elettorale anche il più incallito degli astensionisti. Stasera a Telefriuli ha fatto un figurone. Solo un attimo di smarrimento, voluto, quando il “prof.” Terasso lo voleva intrappolare nel gabbiotto bandelliano de “Un’altra Trieste”. Quando si dice un fiume in piena, il riferimento a Roberto è naturale. Per la politica, l’impegno a Tondo è assicurato e, secondo il mister, anche Bandelli, prima o poi si aggregherà alla coalizione vincente di Renzo. Sorprende il giudizio tagliente, impietoso che il già sindaco di Trieste ha rivolto a Renzi: “Ho visto una bella città come Firenze, abbandonata, amministrata male, tassisti che non ne vogliono sapere di Renzi, un centro storico stracolmo di stranieri, di mendicanti, di barboni, una città sporca. Renzi non sa amministrare.” Come Marchionne, che sfoga su Firenze i suoi isterismi su Della Valle.
Dipiazza si allarga, crede nel centrodestra è consapevole di essere una risorsa di livello nazionale. Il blocco alternativo al delirio ossessivo del moderatismo a go go, Tondo alla presidenza ma il braccio operativo lo affidi a Roberto. Dipiazza da Ajello.