Infuria il dibattito sull’ipotesi rimpasto in comune a Udine e al centrodestra cittadino non par vero di restituire all’attuale maggioranza De Toni, che guida l’amministrazione, la patata bollente di una “grana” che l’alleanza centrodestrista ha vissuto pericolosamente 5 anni fa. Da giorni gli eredi dell’indimenticabile Vestaglia sono sul piede di guerra nella speranza del ricambio giuntale. Purtroppo per loro, il setaccio dell’esperienza dei “periferici” a palazzo D’Aronco anni 2018/2023 restituisce brividi e pene. Era passato solo un anno dalle elezioni e Pilato-Vestaglia, incapace di gestire la squadra, si rivolse ai segretari regionali per avviare le pratiche del rimpasto. Con un occhio ai bisognosi di mesate, piuttosto che al merito. Dopo solo un anno. Così andarono le cose. Fonte TgrFvg Rai, novembre 2019:
“Il rimpasto ci sarà per la nuova giunta che sarà nominata ufficialmente martedì prossimo”, riferisce il sindaco di Udine Pietro Fontanini che ha le idee chiare sui nomi: Giulia Manzan e Antonio Falcone subentreranno a Pizzocaro e a Perissutti mentre in consiglio comunale entrerà Della Negra il primo dei non eletti della lista Bin (“Neuro&Promos”). La maggioranza si è compattata dal punto di vista della volontà di andare avanti. E’ fondamentale che la stessa maggioranza sia in sintonia in Comune in Regione – ha concluso Fontanini – perché grazie a questo aspetto siamo riusciti a diventare una delle dieci migliori città d’Italia”. Nemmeno un minuto dopo l’annuncio si scatenò il putiferio. Il primo a far saltare le valvole fu Enrico Bertossi, leader di Prima Udine e main sponsor della meloniana Ester Soramel (in corsa per la segreteria cittadina di Fratelli d’Italia). L’ex assessore regionale scaricava un petardo da chilo contro il rimpasto concepito solo un anno dopo le elezioni:
«Oggi, come nel 2003, sono arrivati i visitors a commissariare la città di Udine e il suo sindaco. Fontanini, come Alessandra Guerra allora, ha avuto bisogno dei capi partito venuti da fuori per puntellare la sua traballante poltrona e dare seguito al rimpasto di cui si parla da mesi. Il sindaco voluto da Massimo Blasoni tra pochi giorni ratificherà, con la complicità dei partiti regionali del centrodestra, una giunta che, per la prima volta nella storia, avrà ben sei componenti su undici (lui compreso) residenti fuori città. Nel vertice con i visitors non si è parlato di nessun problema concreto di Udine, del suo ruolo e dell’ attenzione che la Regione dovrebbe avere nei suoi confronti, di larghe fasce di popolazione in rivolta per i pasticci sul porta a porta, sul tempio crematorio, sul doposcuola, su via Aquileia e via Mercatovecchio, sugli Europei U21 di calcio e su una macchina amministrativa che non funziona più. Nulla di nulla: i visitors con il sindaco hanno parlato solo ed esclusivamente di poltrone. Di problemi veri se ne riparlerà alle prossime elezioni che speriamo arrivino prima possibile». Fu facile profeta. Solo che oggi, suo malgrado, è stato risucchiato dalle sirene dei Benito Remix cittadini e dovrà facilitare, al prossimo congressino del capoluogo friulano, la scalata dell’irrequieta Ester Soramel al vertice della segreteria al posto del capogruppo Vidoni. A questo punto, ai periferici non rimane che consolarsi con De André, l’eretico Faber. Parafrasando il poeta: “Oggi il centrodestra dà buoni consigli perché non può più dare cattivo esempio”.