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«Entra nel vivo la partita per la cessione dei sei quotidiani del Triveneto del gruppo Gedi, praticamente gli ultimi rimasti di quella che fu la gloriosa Finegil di Carlo Caracciolo. Sulla scena, rispetto ai due pretendenti noti, la Sae di Alberto Leonardis, che già aveva rilevato da Gedi alcuni giornali locali, tra cui Il Tirreno e La Nuova Sardegna, e la cordata di imprenditori che fa capo al finanziere veneto Enrico Marchi, si è inserito con tutto il peso del nome che porta Francesco Gaetano Caltagirone, già editore del Gazzettino di Venezia. Caltagirone di suo punterebbe ai soli due giornali friulani, ossia Il Piccolo di Trieste e Il Messaggero Veneto, ma la casa editrice controllata da John Elkann attraverso Exor ha detto chiaramente di voler vendere in blocco. Valore stimato della transazione 40 milioni di euro per Il Mattino di Padova, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi di Belluno, II Messaggero Veneto di Udine e Il Piccolo di Trieste. Entro l’estate, secondo fonti interne al venditore, si conta di chiudere la partita. Ufficialmente non sono state ancora presentate offerte, ma si sa che Marchi ha concluso l’analisi del dossier ed è pronto a farlo. Mentre Sae sta ancora guardando le carte e cercando imprenditori locali che la supportino. Finora hanno dato piena disponibilità Giampaolo Pozzo, patrono dell’Udinese calcio, e Alessandro Pedone. Ma è chiaro a tutti che la discesa in campo di Caltagirone mette una ipoteca importante su tutta l’operazione. L’ingegnere, uno degli imprenditori più liquidi d’Italia, è fermamente intenzionato a fare sua la partita. L’ipotesi di diventare editore del Piccolo di Trieste gli darebbe uno strumento di pressione importante sulla partita per il controllo delle Assicurazioni Generali. Per Caltagirone la sconfitta all’ultima assemblea, con la vittoria di Mediobanca e la conferma dell’amministratore delegato della compagnia Philippe Donnet (che martedì 14 marzo ha presentato un bilancio 2022 che ha battuto anche le più rosee aspettative degli analisti), è solo un incidente di percorso che ne ha rallentato i piani. Ma non certo la rinuncia definitiva a cambiare gli assetti del Leone. Poter disporre dello storico quotidiano della città è una pedina importante per il corredo mediatico che accompagna lo scontro ai piani alti del capitalismo. E chi conosce il costruttore romano sa bene che, se ha una idea in testa, difficilmente demorde finché non ha raggiunto l’obiettivo. Intanto il “Calta” ha già incontrato i vertici di Gedi manifestando tutto il suo interesse. E la risposta è stata molto chiara. Nessuna preclusione, ovviamente, sul suo nome (e ci mancherebbe). Ma una indicazione chiara: i giornali del Triveneto andranno a chi farà l’offerta migliore».