Nell’area isontina, di cui su queste pagine ne riportiamo le vicende, la sanità rischia il collasso. E non basta l’impegno quotidiano, costante e competente di UilFpl e Nursind per risolvere le criticità della struttura. Ieri le parti sociali sono state ricevute dal Prefetto per temperare lo “stato di agitazione” proclamato una settimana fa. Nulla da fare. Pare che anche il rappresentante del Governo si sia arreso di fronte al disordine organizzativo di Asugi descritto dai sindacati. E ne è uscito un quadro allarmante. Confermato dallo stato di agitazione rinnovato e che potrebbe sfociare, secondo le Organizzazioni Sindacali in una proclamazione dello sciopero generale del personale. «Non ci fermeremo – sostengono Stefano Bressan, Segretario Generale della UilFpl e Luca Petruz del Nursind. Non ci faremo prendere in giro. Difenderemo fino in fondo i diritti dei lavoratori e dei cittadini dell’Isontino». A rafforzare le tesi di UilFpl e Nursind è intervenuto l’avvocato Mauro Corbo che ha accompagnato i rispettivi segretari dal Prefetto che, in nome e per conto del Segretario Regionale Generale della associazione sindacale UilFpl Stefano Bressan – e del Segretario Regionale della associazione sindacale NurSind FVG – Luca Petruz è stato costretto ad intervenire considerato l’aggravarsi della situazione organizzativa e gestionale all’interno dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) ed il mancato riscontro da parte della Direzione Aziendale e, nello specifico, da parte del Direttore Generale dott. Antonio Poggiana. L’avvocato rileva ed elenca la mancata soluzione delle gravi problematiche:
“Gravi carenze di organico (infermieri, OSS, tecnici sanitari, amministrativi, fisioterapisti, logopedisti, autisti soccorritori, ecc.).
L’Azienda ha confermato ancora una volta la propria totale incapacità di affrontare i problemi, limitandosi a generiche dichiarazioni prive di impegni vincolanti.
Nessun impegno su un piano straordinario di assunzioni per far fronte alla cronica carenza di personale
Sostituzione immediata delle lunghe assenze (malattie, maternità)
Salvaguardia delle Unità Operative di Medicina e Chirurgia di Gorizia e Monfalcone, per le quali da anni chiediamo interventi concreti, ma che si trovano oggi in condizioni critiche a causa della totale mancanza di responsabilità della Direzione ASUGI. Una chiusura non motivata da fattori tecnici o sanitari, ma da precisa responsabilità gestionale, con gravi ripercussioni sull’accesso alle cure dei cittadini dell’area isontina.
Attivazione dei trasporti pomeridiani, che continua a essere rinviata da quasi due anni, lasciando gli OSS a svolgere mansioni improprie, sottratti all’assistenza”.
Ma ciò che rende tutto ancora più inaccettabile è che, mentre si chiedeva di salvare la sanità isontina, l’Azienda – con la complicità di CGIL, CISL e FIALS – ha sottoscritto il cosiddetto “accordo della vergogna” sull’unificazione dei fondi, che ha comportato un taglio secco di oltre 800 euro annui per ciascun lavoratore dell’area isontina. Invece di incentivare chi resta, o attrarre nuovi professionisti, si è deciso di mettere un cappio al collo ai lavoratori di Gorizia e Monfalcone. E con loro, anche a tutti i cittadini che vedono ogni giorno ridursi l’accesso a servizi sanitari fondamentali. Una scelta cinica e miope, che penalizza i territori più fragili, aumenta le disuguaglianze e conferma che per questa Azienda esistono cittadini e lavoratori di Serie A e cittadini e lavoratori sacrificabili.
UIL FPL e NURSIND hanno ribadito che salvare l’Isontino, prima che sia troppo tardi, è una priorità. Il tempo delle chiacchiere è finito. La situazione organizzativa e gestionale all’interno dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) si sta aggravando sempre di più. E il Dg Pggiana dimostra incapacità e mancata soluzione delle gravi problematiche descritte al rappresentante del Governo.
Si registra lavoro sistematico sotto i contingenti minimi, con turni scoperti e impossibilità a garantire la continuità assistenziale in condizioni di sicurezza.
Effetti devastanti dell’accordo sull’unificazione dei fondi aziendali, sottoscritto da CGIL, CISL e FIALS, che ha comportato una perdita secca di oltre 800 euro annui per ciascun lavoratore dell’area isontina, andando ulteriormente e ridurre l’attrattività di quest’area. Rischio concreto di “cancellazione sanitaria” per Gorizia e Monfalcone, territori già fortemente penalizzati, e oggi minacciati da uno svuotamento silenzioso ma sistematico delle loro strutture. Si configura un attacco al diritto universale alla salute, con la creazione di cittadini di serie A e di serie B inaccettabile in una sanità pubblica e unitaria. Per tal motivo le organizzazioni sindacali chiedoino l’attivazione immediata di un confronto in baede prefettizia. Se nessuno interviene, la sanità isontina rischia di sparire. Concludono Stefano Bressan, Segretario Generale Uil Fpl e Luca Petruz S.G di Nursind.