19 Febbraio 2025 - 2:28 am


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BalaniVentiManzoniani Exxx…Polzive!!! Chi vuole narcotizzare la sanità isontina? Balla la maggioranza sulla polveriera di Gorizia. Devastante il piano oncologico scritto da Fasola. Il chirurgo Balani promuove una raccolta firme. Chiesta la revisione del documento. Fasiolo segnala: da 7 mesi manca ancora il primario di oncologia. A quali interessi risponde il progetto di un unico dipartimento chirurgico?

 

Per la maggioranza Fvg è un inizio dell’anno sulle montagne russe ma non quelle divertenti di San Andrea, bensì del San Michele, il colle teatro di furiose battaglie che trasferisce la sua natura belligerante nei confronti dei vertici della maggioranza del Fvg. Fedriga e Riccardi in testa. Bersagli colpiti ininterrottamente in questi primi 10 giorni dell’anno. L’insofferenza verso il Piano oncologico regionale, bocciato da ben 37 primari dell’area pordenonese, si è estesa all’area isontina dove un chirurgo riconosciuto a livello europeo come Alessandro Balani ha dettagliato le contraddizioni di un documento che, con la regia e consulenza dell‘ex Fasola voluto da Riccardi, fa acqua da tutte le parti e penalizza soprattutto Gorizia vittima di un clamoroso martirologio sanitario che si conferma con un passaggio incredibilmento punitivo per l’area isontina. A quali interessi giuliani corrisponde l’ambiguità di una tesi così esplicitata?. «Nel contesto di “negoziazione tra Direzioni strategiche” entro il 3 marzo 2025 sui tempi e percorsi di attuazione (…) è opportuno che le Aziende considerino la possibiltà di includere in un unico dipartimento chirurgico le strutture coinvolte secondo la loro tipologia adeguando gli atti aziendali ove occorressse». Testimonianze dirette, riferiscono che, di fronte a queste ingiustificate prospettive a molti medici siano saltate le valvole. Irricevibile! un progetto del genere. Fasola nel mirimo poiché le consegenze sarebbero devastanti: Unificare i dipartimenti chirurgici significa punire ancor di più il dipartimento di Gorizia che finirebbe a diventare una succursale di Trieste cui spetta il comando con un primario. Ciò significa che se oggi si aspettano 90 giorni per un intervento al colon, dopo toccherà attendere 120 forse anche di più giorni. L’area isontina continua ad essere preda delle sanguisughe del golfo. Nel silenzio più totale degli amministratori locali, a parte la consigliera del PD Laura Fasiolo che segnala: «Nonostante le mie interrogazioni in aula, risalenti a sette mesi fa, il primario di oncologia degli ospedali di Gorizia e Monfalcone è ancora assente. 7 mesi di promesse mancate». Riguardo al piano oncologico, la bocciatura, dopo quella dell’area pordenonese arriva anche da Gorizia con il chirurgo Alessandro Balani che guida la rivolta manzoniana. E dettaglia: «il documento (consulente di Riccardi, Fasola ndr)  è inaccettabile! A volte contano i volumi, in altre la tecnologia, in altre ancora ipotetici criteri di sicurezza per nulla chiari e nemmeno esplicitati. C’è poi un altro problema. Nella stesura del documento non si tiene per nulla conto della Professionalità e a parlare sono solo i numeri (quando comodano). Ad esempio Pordenone ha un’antica tradizione sugli interventi per i tumori polmonari, i Professionisti ci sono e vantano risultati lusinghieri. Se disgraziatamente per uno o due anni non viene raggiunto il valore soglia diventano scarsi con il risultato che la città viene privata di un’eccellenza riconosciuta. E lo stesso dicasi dei tumori del retto. Privare l’Isontino e la Bassa Friulana di questa patologia scindendola dai tumori colici pur in presenza di operatori seri e qualificati è veramente riduttivo. Sembrerebbe che un Chirurgo è bravo sopra i 15 centimetri dall’ano e diventa brocco dai 14 in giù C’è poi un fatto molto grave. Al contrario di quanto si legge sui giornali, non c’è stato un reale coinvolgimento dei tecnici. I Direttori dei Dipartimenti Chirurgici, infatti, sono stati convocati una sola volta, il 21 novembre scorso, quando ancora di scritto non c’era nulla e poi mai più interpellati. Hanno appreso del documento a giochi fatti senza che a loro fosse consentito esprimere alcun parere in merito. In nessuna regione italiana, infine, dove sono state introdotte azioni propedeutiche quali la scure che si è abbattuta pesantemente sui piccoli ospedali. Riteniamo pertanto che il documento vada rivisto, ridiscusso e condiviso con chi ogni giorno calca le Sale Operatorie e non con chi invece passa la maggior parte del suo tempo dietro una scrivania».

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