Due dirigenti dell’Anas, unità locale di Trieste, il direttore dei lavori ed ex capo del dipartimento Anas Giuseppe Ferrara di Trieste e un dirigente, già direttore operativo, Gianpiero Dario di San Dorligo della Valle, “gonfiavano” gli importi per lavori di risistemazione viaria a causa di danni da eventi atmosferici nelle zone di Fernetti (Ts) e di Gorizia. Gli agenti sono risaliti alle due persone (naturalizzate in Regione) dopo un lungo lavoro di attività d’indagine che comprendeva un periodo temporale dal 2014 fino al 2017. Coinvolta la stazione appaltante dell’Anas dell’unità locale di Trieste. Il danno erariale, determinato dalla “gonfiatura” degli importi è stato quantificato in 565mila euri. Questo il comunicato delle Fiamme Gialle:
“I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trieste hanno eseguito, negli ultimi giorni, al termine di articolati accertamenti documentali e contabili delegati dalla Magistratura contabile del capoluogo giuliano, il sequestro conservativo di immobili e valori per un complessivo ammontare di 565.884 euro nei confronti di due ex dipendenti di una società per azioni a partecipazione pubblica (Anas) operante nel settore della realizzazione e manutenzione della rete stradale e autostradale regionale, poiché ritenuti responsabili di un danno erariale accertato di pari importo. L’attività istruttoria della Corte dei Conti ha preso le mosse dagli esiti di pregresse indagini eseguite a suo tempo dai Finanzieri sotto la direzione della Procura della Repubblica giuliana, conclusesi con il deferimento di personale direttivo della società stessa per fatti di truffa aggravata, falso ideologico in atto pubblico e corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, tutti perpetrati in sede di programmazione, assegnazione ed esecuzione di 9 appalti banditi in ambito regionale negli anni dal 2014 al 2017. Gli approfondimenti investigativi svolti dalle Fiamme Gialle di Trieste hanno consentito di rilevare come la società aggiudicataria di tali commesse avesse falsamente rendicontato la pressoché integrale liquidazione degli importi di aggiudicazione di ciascun appalto esaminato, facendone falsamente figurare in contabilità l’avvenuta esecuzione. Il denaro così sottratto alle finalità pubbliche era confluito nelle casse della società e poi utilizzato dagli indagati per la ristrutturazione delle proprie abitazioni private”. Il Comando rende noto che a breve anche a Udine inizieranno indagini su appalti per lavori sulle strade.