17 Gennaio 2025 - 5:33 am


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AdessoBasta Exxx…Polzive!!! Adesioni oltre il 70% allo sciopero generale contro il governo Meloni e “chi fa il bullo”. Una delegazione di Uil-Nursind ricevuta a Udine dal presidente Bordin: “Sbloccare il tetto di spesa”..

Secondo le sigle sindacali, le adesioni allo sciopero contro la manovra finanziaria del Governo Meloni sono altissime. A livello nazionale, nel settore trasporti, ha aderito oltre il 70% del personale. In regione Friuli VG la percentuale di dipendenti che ha aderito è di circa il 65%. Nei porti regionali, secondo i dati raccolti da Filt Cgil e Uiltrasporti, l’adesione si è assestata sull’80% a Monfalcone e al 45% a Trieste. Riguardo le manifestazioni organizzate dai sindacati, molto partecipata quella di Nursind-Uil di Udine in via Sabbadini di fronte alla regione. Oltre un centinaio di manifestanti ha fatto sentire la voce contro il governo Meloni. Una delegazione delle due sigle è stata ricevuta dal presidente del consiglio regionale Mauro Bordin che ha voluto conoscere nei dettagli le ragioni dello sciopero generale: Pensioni, sanità, trasporti e scuola, ma soprattutto la richiesta più urgente: sbloccare il tetto di spesa per le assunzioni in particolare in Asugi. Osserva Stefano Bressan, segretario regionale della UilFpl: «Oggi tutti gli operatori sanitari si sentono bistrattati da questa legge che prevede uno stanziamento di risorse inadeguato rispetto alle sue esigenze. Il settore avrebbe bisogno di almeno 30 miliardi di finanziamento, ma quello previsto in manovra è di solo di 3 miliardi. Nulla contro il privato – conclude Bressan  – ma il servizio sanitario deve essere pubblico perché finalizzato alla tutela della salute». Sulle ragioni dello sciopero interviene anche Luca Petruz segretario regionale del Nursind che ha messo in evidenza il problema delle pensioni: «In questa manovra c’è un articolo che se non viene abrogato, molti colleghi non riusciranno ad ottenere una pensione adeguata al pari dei contributi versati. Noi come sindacato, vogliamo che venga tolto. Poi c’è il rinnovo contrattuale del personale infermieristico scaduto ormai da due anni e che va adeguato all’inflazione». Al presidio udinese era presente anche Gianluca Altavilla del direttivo nazionale Nursind che ha sollevato il nodo sicurezza «…un problema trasversale sia nella sanità che nei trasporti perché le aggressioni continuano a verificarsi e abbiamo chiesto la presenza della Polizia all’interno dei presidi ospedalieri o comunque di guardie giurate. Non è possibile pensare di andare a lavorare con l’incubo di venire aggrediti». Per concludere, Altavilla chiarisce la questione dell’ipotesi chiusura del punto nascita di San Vito al Tagliamento: «Non siamo concordi su questo tipo di scelta, venerdì 24 novembre abbiamo una riunione urgente con il direttore dell’azienda Tonutti per discutere sull’argomento». Il tema della scuola è stato affrontato da Carnesecchi, responsabile UilFpl del settore della provincia di Udine: «Abbiamo i contratti più bassi d’Europa, non c’è una politica sulla famiglia per risolvere il problema della crisi di nascite e noi non possiamo più contrattare niente. Ci arrivano solo le informative». I cortei si sono mossi in piazza Cavedalis, a Udine, dove i lavoratori e i pensionati si sono uniti agli studenti. Un presidio si è tenuto dalle 9.30 davanti alla sede di Arriva, seguito da quello organizzato all’ingresso dell’Ospedale che ha visto la presenza e gli striscioni di Cgil. Piazze affollate anche a Pordenone, sotto la Prefettura, e a Trieste, dove sono confluiti anche lavoratori e pensionati della provincia di Gorizia, dando vita a un’affollata manifestazione sotto la sede della Giunta, tra piazza Unità e via dell’Orologio, e a un presidio a Cattinara.

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