Quando mancano una 10ina di sezioni da scrutinare, la differenza fra Marsilio e D’Amico è abissale: 325.500 contro 282.830 mila voti. La vittoria di Marsilio è netta. Non come in Sardegna per un pugno di elettori. L’illusione del centrosinistra, in modalità campo larghissimo, di ripetere la stranezza del voto sull’isola, si è schiantata sul Gran Sasso. Da Renzi a Fratoianni, il centro sinistra, per battere il centrodestra, aveva proposto un’alleanza che a livello nazionale non esiste. I risultati, quando mancano ormai solo poche sezioni sono sorprendenti. Fratelli d’Italia si conferma partito leader della maggioranza col 24%, ma l’intramontabile Forza Italia è il secondo partito col 13,30 e doppia la Lega che resta inchiodata al 7,5%. Un dato che farà riflettere i vertici di via Bellerio. Il Pd non si muove dal 20%; 5 Stelle sprofondano al 7% e Alleanza Verdi Sinistra al 3,6. L’impresentabile pentolone di Azione-Socialisti-Riformisti non è andato oltre il 3,9%. La bicicletta di Renzi si ferma al 2,8. In Abruzzo, negli ultimi trent’anni, non era mai stata riconfermata un’amministrazione uscente.