TONDO TENTATO DAL DECRETO MONTI SULLA RIDUZIONE DEI CONSIGLIERI REGIONALI FVG

In questo rincorrersi di deroghe, statuti speciali, sonni perduti e bizantinismi vari, Tondo ha capito una cosa, la putrefazione del sistema politico ha superato ogni limite. Premessa: i parlamentari regionali, da Strizzolo a Saro, si preoccupano oltremodo del taglio dei consiglieri regionali, ma non degli onorevoli. Sempre gli stessi, pontificano sui vitalizi, ma guai a chi tocca i loro. In questo scenarjo, come usa dire Ferruccio, s’inserisce il decreto Monti-Tremonti, quel progetto del 2011 che il leader delle “3L” voleva portare in consiglio dei ministri e Silvio glielo impedì.
Ora lo ha ripreso Monti che, in un sussulto di orgoglio calvinista, lo vuole applicare per le vie brevi e in tempi rapidi.
Il punto è questo. Col decreto Monti sulla riduzione dei consiglieri regionali, in FVG  il tetto di consiglieri regionali sarebbe di 30, più che sufficenti. Tuttavia la gabola dello statuto speciale sventa la sua applicazione.  In realtà, Tondo vorrebbe spazzar via ogni ombra su eventuali sospetti di difensore della casta e sarebbe tentato dall’idea di sostenere la norma ministeriale senza opporre alcuna resistenza di fronte alla corte Costituzionale.
Il provvedimento, se non impugnato, sarebbe applicabile immediatamente. Con buona pace degli oracoli della rottamazione del PD che s’inventano i cavilli per rimanere ancora un giro in piazza Oberdan a Trieste.