Sanità sotto pressione in Friuli Venezia Giulia. Si attende l’assestamento di bilancio dalle cui pieghe dovrebbero arrivare nuovi fondi al pozzo senza fondo del sistema giuliano. E nell’attesa esplode la protesta dei medici dell’Azienda Sanitaria Giuliano Isontina. Il tema è ormai cronicizzato e riguarda le competenze e l’alto numero di ore lavorate dai sanitari dell’area isontina rispetto a quelli della giuliana. In virtù dei risultati e del servizio fornito, ai medici di Monfalcone e Gorizia, viene riconosciuta una retribuzione ben superiore rispetto agli “Imperiali del golfo”. Una differenza che i sanitari triestini non hanno gradito anche in considerazione dell’intensità e della complessità del loro operato rispetto a quello dei colleghi isontini. I medici parlano di “estremo sconcerto e rammarico” e chiedono che “il divario di trattamento economico” venga “definitivamente colmato e corretto”. Non si capisce cosa ci sia da “colmare” quando, come rilevano i documenti contabili, un primario (Lucangelo) del reparto di rianimazione di Cattinara (area Trieste) ha ricevuto un milione di euri di finanziamento per efficientare le sedute operatorie e non si è visto nessun miglioramento. Per non citare la chirurgia del Cattinara (Trieste-Nembo2) che continua a ricevere fondi regionali per abbattimento e “pulizia” liste d’attesa e i risultati non si vedono. Pertanto, lo sconcerto ed il rammarico dovrebbero manifestarlo i medici dell’area isontina che ora daranno il via a una raccolta firme contro le sanguisughe triestine che mungono le casse della regione fin che possono ma che i risultati non si vedono. E lo sbilanciamento operativo è palese. Monfalcone produce, Trieste spreme.
Per dire, il progetto “abbattimento liste d’attesa” è stato portato a termine con successo nei presidi di Monfalcone e Gorizia solo grazie al senso di responsabilità e competenza dei sanitari dell’area isontina. Che conta 290 medici, mentre quella giuliana 650. Oltre ai 600 specializzandi che vengono impiegati illecitamente nelle sale operatorie come sostituti degli infermieri. Un modus operandi gravissimo che ha spinto alcune associazioni a segnalare l’illecito in Procura. E’ sempre più evidente, e il provvedimento del trattamento economico lo dimostra, che la sanità del Friuli Orientale viaggia a due velocità: quella isontina (Monfalcone e Gorizia) che tira la carretta, e quella giuliana (Maggiore e Cattinara) che si dondola nei fasti dell’Impero e della Barcolana e si diletta a spremere il palazzo.