8 Febbraio 2025 - 7:46 pm


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JihadIsontina Exxx…Polzive!!! Una bolognese di 22 anni sul pranzo di Natale. E’ lei la presunta leader con finalità di terrorismo arrestata dai Ros. Il ragazzo turco arrestato a Monfalcone voleva aprire una moschea. In Turchia era stato condannato per finanziamento terroristico.

 

 

Sul pranzo di Natale calano gli incubi del terrorismo con le clamorose segnalazioni e arresti compiuti dai carabinieri del Ros. Monfalcone interessata a strane coincidenze e personaggi legati all’estremismo islamico che trovano terreno fertile grazie alla presenza di numerosi cittadini stranieri nella città dei cantieri. Gli allarmi dell’europarlamentare Cisint erano fondati. Il 27 enne di origine turca arrestato martedì, faceva proselitismo non solo online e sui social ma anche nei locali che gestiva a Monfalcone, dove viveva, e sempre nella città in provincia di Gorizia voleva aprire una moschea. L’attività del giovane – emerge dagli atti – non era solo online ma veniva svolta anche nei locali, ad esempio verso i dipendenti, dove si lasciava andare a innumerevoli commenti e critiche da cui traspariva un sentimento fortemente anti-occidentale. Intonava canti jihadisti pure davanti a minori. Il ‘bro turco’ tra l’altro era oggetto di indagini anche a Udine per il suo percorso di radicalizzazione e per i rapporti con un altro indagato per reati simili. Con questi aveva addirittura pensato di aprire una moschea a Monfalcone, in sfregio all’ordinanza di chiusura di due luoghi di culto. In Turchia invece era stato condannato per finanziamento terroristico. E’ invece una bolognese di 22 anni, di origini pakistane, la presunta leader della cellula con finalità di terrorismo smantellata ieri dal blitz dei carabinieri del Ros coordinati dalla Dda. Pubblicava consigli online su come eludere i controlli delle forze dell’ordine. Lo sostiene il giudice per le indagini preliminari che ha disposto il carcere per lei, per il fratello minore appena 19enne, per l’altra “mente” del gruppo, una 18enne umbra di origini algerine. La 22enne – che è difesa dall’avvocato Simone Romano e venerdì sosterrà l’interrogatorio di garanzia – metteva in guardia i followers dagli “account fake” dietro i quali potevano nascondersi forze dell’ordine, in parte sospettando, si ricostruisce, di essere oggetto di attenzioni investigative. Per quanto riguarda il 27enne turco (che in Turchia era stato condannato per finanziamento a soggetti aderenti a reti terroristiche ed era già tenuto sotto controllo dai militari di Udine, che erano anche riusciti a rilevare anche la costante opera di proselitismo religioso dell’uomo, proprietario di due attività di ristorazione, nei confronti dei propri dipendenti), invece, a destare la preoccupazione degli inquirenti è stato anche il fatto che avesse acquistato sempre sul web materiale tecnico utilizzato in operazioni belliche. Anche se, è bene specificare, non risulta che attività di terrorismo o affini fossero state pensate né tantomeno progettate dal gruppo per l’Italia. 

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