FRIULI VENEZIA GIULIA, CENTRO DELL’EUROPA.
Nel 2003 l’aula di piazza Oberdan votò a maggioranza una norma che consentiva a un consigliere regionale di maturare il vitalizio dopo 15 MESI di attività, anzichè dopo 30. Così facendo vale la pena anche versare i contributi integrativi, si tratta di un ottimo investimento. Successivamente, ILly non fa mancare l’agiatezza ai sessanta fortunati.
Malgrado abbia un sussulto di coscienza, l’industriale riporta in vita gli storici requisiti sul vitalizio. Ma non sono molto punitivi.
L’attuale norma Funziona così: il consigliere regionale in carica versa, ogni mese, il 17% della sua indennità di presenza. Poi, se lo ritiene, ci aggiunge il 2% al fine di garantire il 60% del vitalizio, in caso di sua scomparsa, agli eredi: moglie o marito e, in seconda battuta, figli minori.
Una volta raggiunti i 60 anni e lasciato l’incarico, comunque, l’ex consigliere regionale inizia a riscuotere. Quanto? L’assegno mensile aumenta con l’aumentare dei mandati spesi sui banchi di piazza Oberdan e, quindi, dei contributi versati: 1460 euro dopo cinque anni a Palazzo, 3019 dopo dieci, 4300 dopo quindici e 4700 dopo vent’anni o più, anche se solo una decina di ex prendono il massimo. L’avente diritto, in verità, può chiedere il vitalizio già a 55 anni, a patto di rinunciare al 25% del dovuto. Un vantaggio aggiuntivo, e apprezzato: più d’uno l’ha colto trasformandosi in baby pensionato.
Pensate a quei consiglieri che ha già fatto 3 mandati e non mollano l’osso…