Due “tagli” sostanzialmente diversi per celebrare i 10 anni di Fratelli d’Italia. Chi a Roma, in piazza del Popolo, e chi a San Gervasio (Ud). Il capogruppo Luca Vidoni (coadiuvato dal fido Pittioni in aula), ha trascorso tutta la giornata del sabato sotto il tendone a dialogare con Rizzetto, Tubetti e i vertici del partito. Tema: sostenere la coalizione col candidato sindaco Fontanini alle prossime comunali di Udine. Diverso il mood a San Gervasio di Nimis (Ud) dove venerdì sera “Paolo il Saggio” ha riunito alcuni iscritti della zona per tracciare la linea sulle candidature alle prossime regionali. Erano presenti almeno 4 potenziali candidati: Marco Zontone (vice a Buja) e Franco Baritussio (ex consigliere regionale) per l’Alto Friuli; Emiliano Canciani (sindaco di Reana del Rojale) e Andrea Premoselli (capogruppo FdI a Tarcento) per il collegio di Udine. Sembra che la fascia morenica sia molto ambita per le candidature. Su Canciani c’è l’incognita dimissioni entro 90 giorni per via della carica di sindaco. In tal senso Fedriga, per una circostanza dal sapore “politico”, avrebbe già indicato la data del 2 aprile. Se la giunta non dovesse deliberare entro la prima decade di gennaio, verrà presa in considerazione (per le dimissioni dei sindaci) quella delle ultime regionali: 29 aprile. Ciò significa che, per i primi cittadini oltre i 3.000 abitanti, le dimissioni dovrebbero essere confermate entro il 30 gennaio e annunciate il 10. Nel frattempo a Nimis (Ud) è emersa la perorazione della “Causa Marchetti”, l’ex sindaco di Codroipo condannato in primo grado ed escluso dalle liste delle comunali del giugno scorso. A Nimis, fra gli invitati, c’era anche Giandavide D’Andreis, membro del Cda di Net e già consigliere del Cda del bidone Exe della provincia. Pare che Fabio Marchetti, oltre che a Ciriani, abbia affidato le speranze di un posto in lista al leader del vivaismo in Friuli. Bocche cucite e nemmeno “Paolo il Saggio” intende affrontare la pratica. Tutto passa attraverso i vertici provinciali, ovvero Gianni Candotto, sarà lui a vistare la lista dei 18 candidati. Col brocardo in mano. Tornando a Roma, il primo ministro vuole togliere la soglia d’obbligo di 60 euri per i POS. «Se non ci sono i margini» di trattativa con la commissione europea per togliere l’obbligo di accettare il Pos sotto i 60 euro «ci inventeremo un altro modo per non far pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti».