C’è odore di acquaragia dietro lo strombazzato “nuovo brand” di Udine presentato in questi giorni da sindaco e vice della città. Non tanto per il suo costo, 20.130 euri, quanto per il fatto che il titolare della giunta (De Toni) si è rivolto in periferia (Tavagnacco) per creare il “City Brand Sentirsi a casa”. Come si fa a “sentirsi a casa” (ipse dixit Venanzi) se nessuna impresa udinese è stata invitata ad elaborare lo studio? Lo rileva la segretaria del Circolo di Fratelli d’Italia di Udine, Ester Soramel: «Né l’Accademia delle Belle Arti, né il Liceo Artistico Sello né molte altre eccellenze cittadine, comprese le rappresentanze delle categorie economiche, sono state ritenute dal Comune meritevoli quanto meno di venire coinvolte in questo progetto, dando vita magari a un concorso di idee, che avrebbe consentito alla città di sentire davvero proprio il nuovo brand.
Avvilente constatare che la giunta di centrosinistra predica la partecipazione, ma pratica l’esclusione, col risultato che il corrispettivo di €20.130,00 non andrà nemmeno a beneficio di realtà udinesi, ma a favore di un’azienda esterna, il cui responsabile Marco Del Rin, per singolare coincidenza, è lo stesso che aveva curato la strategia digital/social della campagna elettorale di De Toni, che definiva allora sul suo profilo social un “candidato solido”. Talmente ‘solido’ che in conferenza stampa ha dichiarato che la peculiarità di Udine è essere l’unica città italiana che inizia con la U. Chissà cosa ne pensano i Comuni di Urbino, Urbania e le altre circa 33 città che iniziano con la U in Italia. Per il resto e al di là dei loghi, resta prioritario solidificare, sempre per restare in tema, l’offerta commerciale, culturale e turistica di Udine, altrimenti il nuovo brand rischierà di liquefarsi in una mera operazione di facciata per vendere t-shirt e spillette».
Avvilente constatare che la giunta di centrosinistra predica la partecipazione, ma pratica l’esclusione, col risultato che il corrispettivo di €20.130,00 non andrà nemmeno a beneficio di realtà udinesi, ma a favore di un’azienda esterna, il cui responsabile Marco Del Rin, per singolare coincidenza, è lo stesso che aveva curato la strategia digital/social della campagna elettorale di De Toni, che definiva allora sul suo profilo social un “candidato solido”. Talmente ‘solido’ che in conferenza stampa ha dichiarato che la peculiarità di Udine è essere l’unica città italiana che inizia con la U. Chissà cosa ne pensano i Comuni di Urbino, Urbania e le altre circa 33 città che iniziano con la U in Italia. Per il resto e al di là dei loghi, resta prioritario solidificare, sempre per restare in tema, l’offerta commerciale, culturale e turistica di Udine, altrimenti il nuovo brand rischierà di liquefarsi in una mera operazione di facciata per vendere t-shirt e spillette».