16 Gennaio 2025 - 4:06 pm


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ReportTv Exxx…Polzive!!! Sigfrido Ranucci premiato a Palmanova: “Va riconosciuto il merito e l’indipendenza di un giornalista”. Sgancia un petardo alla Rai: Hanno fatto passare la nuova trasmissione di attualità di Gilletti nel settore cultura. E’ un attacco a Report. Ho 188 querele. I piccoli editori di periferia sono avamposto di libertà.

 

Si chiama “La Scelta” il libro che Sigfrido Ranucci ha presentato ieri sera a Palmanova. Il giornalista di Report ha ricevuto, al teatro Modena, il “Premio alla Carriera” nell’ambito del Festival della città ideale. Il conduttore della serata, Paolo Mosanghini, vice del Messaggero Veneto è riuscito, in poco più di un’ora, a farsi raccontare i retroscena di una carriera ricca di imprevisti e di inaspettati scoop. Pienone e pubblico entusiasta che ha onorato l’ospite con calorosi applausi. «Nel mio libro – esordisce Ranucci – chiudo con una rappresentazione che è quella di Spoon River, un’antologia di personaggi che mi hanno aiutato e avuto un ruolo nelle inchieste che ho condotto e alla loro buona riuscita. C’è il vagabondo che mi ha suggerito “la chiave” per realizzare l’inchiesta più importante della storia della Rai, quella in cui ho denunciato l’utilizzo delle armi chimiche in Iraq. Poi la vicenda del tassista che mi ha aiutato a recuperare la pinacoteca di Tanzi (Parmalat) di un valore di 100 milioni di euro. Quadri comprati coi soldi degli azionisti. Aggiungo il caso della ragazza svizzera malata di sclerosi multipla che mi ha salvato da un trappolone che mi era stato teso da un politico o forse dall’insegnate che mi ha consegnato il materiale fotografico riguardante il famoso incontro di Renzi all’autogrill col dirigente del controspionaggio Marco Mancini. In quanto al rapporto con la Rai (domanda di Mosanghini), Ranucci afferma: “Noi abbiamo un rapporto straordinario con il pubblico. Conserviamo un patrimonio di oltre 90mila segnalazioni che sono il polso del paese. La gente scrive perché ha la certezza che Report verifica quelle informazioni anche se riguardano la seconda carica dello Stato, La Russa; un ministro, nel caso della Santanché e Report va in onda. Credo che aver mantenuto questa visione, cioè di considerare che il pubblico che paga il canone è l’unico editore di riferimento sia stata la chiave del successo di Report. Siamo stati il cane da guardia della democrazia e abbiamo posto il nostro sguardo sempre su chi governava e come governava. Nell’interesse esclusivo del pubblico. E noi spesso ci anestetizziamo parlando di pluralismo che ognuno interpreta come meglio crede. In questi ultimi anni il pluralismo è stato quello di infilare persone, giornalisti, che erano vicine al governo. Io penso che questa sia una perversione. Va premiato il merito e l’indipendenza di un giornalista. Sono preoccupato per questa tendenza a imporre bavagli all’informazione. E’ stata approvata la legge che punisce col carcere i giornalisti che pubblicano notizie illecitamente raccolte. Immaginare colleghi – osserva Ranucci – che fanno gli spacciatori o i ricercatori di informazioni illecite mi viene un pò complicato. Se la notizia è di interesse pubblico la dai sennò nulla». C’è tempo di ricordare l’altissimo numero di querele raggiunto in questi anni di lavoro: 188. Ma Ranucci promette sorprese anche se gli hanno infilato un programma concorrente (“Lo stato delle cose” di Massimo Gilletti) di attualità fatto passare per cultura. Coloro che sono del mestiere parlano di una “lobby”. Che lobby sara mai?

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