19 Febbraio 2025 - 1:14 pm


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Le accuse del padre per la morte del piccolo Mattia (9 anni) a Marsa Alam: “Si è perso tempo a intervenire”.

 

 

Una gita in barca nelle acque turchesi di Marsa Alam. Mattia ha nove anni e sta giocando. A un tratto il malore. Si accascia e sviene e quando si riprende avverte un forte mal di testa. Lo portano dal medico del resort che pensa a un colpo di calore e così lo tratta, con flebo e farmaci vari. Il dottore decide di rimandarlo nella sua stanza, dove lo assistono i genitori e il fratellino. «Mattia era finito in stato comatoso», dice al telefono il padre, Marco Cossettini, friulano di Tavagnacco, 41 anni, che con mamma Alessandra aveva scelto di tornare sul Mar Rosso per una settimana di vacanza. Erano arrivati il 2 gennaio e avrebbero dovuto rientrare il 9. Il ricovero avviene di notte ma tutto precipita: il cuore del piccolo Mattia cessa di battere all’alba. Cos’è successo? «Non lo sappiamo esattamente, siamo in attesa di capirne di più… mio figlio ha sempre avuto una salute di ferro — ricorda il padre —. Era un bimbo pieno di vita, recentemente l’avevano candidato al consiglio comunale dei ragazzi». Si parla di un’emorragia cerebrale. Nel frattempo si sono mossi gli inquirenti egiziani che hanno sentito i genitori e i medici. La domanda è naturalmente quella: possibile che un bambino muoia così? «Io posso solo dire che mio figlio stava benissimo fino a quando è svenuto… Comunque questo è un ospedale per modo di dire, si è poi perso un bel po’ di tempo a intervenire», aggiunge Cossettini. La tragedia ricorda quella accaduta a Sharm el Sheikh all’inizio di luglio 2022, un bimbo di 6 anni, Andrea, morì durante una vacanza con i genitori in un resort sul mare. In quel caso i consulenti incaricati dal pm di Palermo conclusero che la causa della morte era da ricondursi a una gastroenterite mal curata.

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