16 Gennaio 2025 - 5:21 pm


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IntifadaStudentesca Exxx…Polzive!!! Sbarca a Udine la protesta Pro Palestina. Il Consiglio Studentesco chiede che l’Ateneo pubblichi la lista delle collaborazioni in corso tra Università di Udine ed enti israeliani. Il Rettore si rifiuta. Di Lenardo: “Il massacro del popolo palestinese è armato da fabbriche italiane”.

 

In seguito alle mancate risposte del Senato Accademico riguardo la questione palestinese, gli studenti dell’ateneo friulano hanno deciso l’occupazione del rettorato udinese piantando delle tende nel parco di palazzo Antonini-Maseri. Il Consiglio Studentesco aveva chiesto che “L’Ateneo esprima soliudarietà alla popolazione palestinese come richiesto dalla mozione. Il Consiglio chiede che l’Ateneo pubblichi una lista delle collaborazioni in corso fra Università ed enti israeliani di ricerca, in particolare nell’ambito dell’apparato della guerra, al fine che vengano rese noite e discusse”. Il rettore si è dissociato. Il consigliere comunale di Alleanza Verdi Sinistra, Andrea Di Lenardo ha osservato: «L’intifada studentesca è ormai un movimento internazionale e internazionalista che urla giustizia di fronte al genocidio del popolo palestinese e denuncia le complicità, i veti e le astensioni dei governi occidentali e dell’Unione Europea. Il massacro del popolo palestinese è armato da fabbriche italiane, finanziato dai dollari di Biden ed edulcorato dalla narrazione mediatica occidentale. E le università italiane collaborano alla ricerca militare israeliana. Questi studenti e queste studentesse si stanno facendo megafono del pensiero della stragrande maggioranza delle persone che non vuole la guerra e non condivide il sostegno italiano, europeo e statunitense al regime del criminale di guerra Netanyahu. Un premier che ha mentito parlando di “errore” in relazione al massacro di bambini senza testa bruciati vivi a Rafah, quando oggi di nuovo ha bombardato e ucciso civili nel campo profughi in assenza di combattimenti. Le istituzioni e il mondo della cultura devono scegliere per una volta di stare dalla parte giusta della storia. Il sapere serve a prendere posizione o non serve».

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