Per la quarta volta in un anno la maggioranza regionale ha bocciato il tentativo dell’opposizione di approvare a un testo condiviso sul fine vita. L’intestazione è: un “Voto alle Camere” lo strumento scelto da Enrico Bullian del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg per invitare il Parlamento “a legiferare quanto prima” sul fine vita, nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale che ha aperto la strada al suicidio medicalmente assistito. Nulla da fare nella seduta di ieri: 24 i voti contrari, tutti dai banchi del centrodestra, e 17 i favorevoli. Roberto Novelli (Forza Italia) ha votato in difformità dal suo gruppo “su un tema etico che comporta dubbi e sofferenze”. Distinzioni anche nel centrosinistra dove Francesco Russo (Pd) e Marko Pisani (Ssk) non hanno firmato il documento di Bullian. Il consigliere de “Il Patto” ha ricordato in aula “i cinque casi di richiesta di suicidio medicalmente assistito resi noti oggi dall’assessore Riccardi, per i quali vorremmo un trattamento omogeneo”. Il presidente della III Commissione Bolzonello ha giudicato il documento “inaccoglibile, in quanto non c’è la situazione di inerzia che legittimerebbe questa richiesta”. Andrea Cabibbo di Forza Italia ancora più contrario: “Per l’ennesima volta, una certa parte politica e alcune associazioni tentano di fare fughe in avanti e forzature, nelle aule dei Consigli regionali e nei tribunali. Ricordiamoci che nessuna sentenza della Corte Costituzionale è fonte di diritto, la Corte può solo dire che una norma già votata non rispetta la Costituzione: non c’è nessun obbligo di legiferare in materia da parte del Parlamento”.